Comunicato delle dottorande e dei dottorandi dei cicli 36°, 37°, 38°, 39° del dottorato in Studi Storici, Geografici e Antropologici dell’Università degli Studi di Padova e Ca’ Foscari di Venezia
Il femminicidio di Giulia Cecchettin, studentessa ventiduenne dell’università di Padova che avrebbe dovuto laurearsi pochi giorni fa, ci ha scosso profondamente. Davanti a questa notizia non possiamo rimanere indifferenti in quanto dottorande e dottorandi del Dottorato in Studi Storici, Geografici e Antropologici delle Università di Padova, la stessa frequentata da Giulia, e di Ca’ Foscari.
L’uccisione di Giulia purtroppo non è un caso isolato, l’azione di un mostro, ma la manifestazione – l’ennesima – di un sistema patriarcale che solo nell’ultimo anno ha prodotto 104 casi di femminicidio.
Per far sì che la sua morte e quella di tante donne prima di lei non venga dimenticata, possiamo agire collettivamente iniziando a interrogarci sul nostro ruolo: è anche all’interno delle università che possiamo agire per educarci al consenso, all’affettività, alla creazione di relazioni sane e sicure, per pensare nuovi modi di narrare queste vicende, che non si riducano ai titoli che vediamo oggi sui giornali, volti ad avallare narrazioni tossiche e problematiche della violenza di genere. Usiamo la nostra posizione per creare nuovi strumenti, per aprire nuovi spazi di dialogo e formazione sessuo-affettiva, per problematizzare il nesso tra costruzione socio-culturale del maschile e violenza, per mettere in discussione noi e il sistema patriarcale in cui siamo immersi. È un momento di dolore, ma è anche un punto di partenza per reagire.
Per Giulia, per le donne prima di lei, e per quelle che verranno, se restiamo a guardare.
Padova, 21 novembre 2023
Dottorand* dell’Università di Padova e Ca’ Foscari di Venezia